PARTE 2 DI 3 (leggi anche (leggi anche la intro, la parte I e la parte III)
Proseguiamo nella nostra minuziosa operazione di “analisi borse” per capire a fondo come sono fatti questi strumenti così importanti nel quotidiano, e continuiamo con la lettera “F” come fustella, fustellificio e fustellatrice.
Oggi parliamo del fustellificio.
Si tratta dell’azienda che costruisce le fustelle. Ma non più i Cipputi di un tempo, che con frese, acidi, colpi di lima, saldatrice e olio di gomito modellavano l’acciaio; né Mastri Geppetti che consumavano gli occhi sul tecnigrafo e con precisione assoluta disegnavano direttamente sul piano di legno le linee curve e diritte che poi, con altrettanta precisione, “traforavano”. Ora sono efficientissimi laboratori che con l’impiego di un sistema di disegno computerizzato, di macchinari a controllo numerico, di laser e macchine piegatrici sono capaci di realizzare forme incredibili con la massima precisione e velocità. Ma ancora oggi in questi laboratori è forte il rumore dei martelli di legno che affondano le lame nel legno.
Ed eccoci arrivati alle fustellatrici! Idrauliche o elettriche, a bandiera o a ponte, a carrello o a rulli, ballerine o pianocilindriche, platine o autoplastie, manuali o automatiche, sono le macchine che permettono, una volta posizionata la fustella e inseriti i fogli, di tagliarli. Tipo, peso, formato, durezza e spessore sono gli ingredienti di ogni materiale, e la giusta fustella con la giusta fustellatrice sono il connubio perfetto per tagliarlo. Diciamo che quelle che riguardano da vicino la cartotecnica e quindi le borse di carta sono di tre tipi: le platine (Imperia, Titan), le autoplatine (Bobst, Rabolini, FTP) e le piano cilindriche (Heidelberg)
La platina è una fustellatrice che lavora su un piano fisso sul quale è bloccata la fustella ed un piano mobile inclinato che aprendosi e chiudendosi imprime al foglio inserito una pressione misurata che taglia e cordona. Ideale ancora per le piccole tirature, inizialmente, esclusivamente manuale, con un produttività limitata (4/600 fg/h), prevede uno o più operatori per il suo funzionamento. In seguito con l’applicazione del mettifoglio automatico derivato dalle macchine offset, ha migliorato la produttività (3/5.000 fg/h) e può essere considerata tutti gli effetti un’autoplatina.
La piano cilindrica è una macchina tipografica che viene utilizzata per fustellare: sostanzialmente al posto del cliché si inserisce la fustella piana e la macchina taglia e cordona in automatico.
L’autoplatina è una fustellatrice automatica. Lavora con fustelle americane un po’ più elaborate come una macchina litografica. Tutto è automatizzato. Con un operatore che la controlla, a pieno regime può raggiungere la velocità di nr. 9.000 fogli/ora.
E questo è tutto… per ora!